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Testi integrali degli Atti Parlamentari della XIII Legislatura

Documento


8704
DDL0491-0002
Progetto di legge Camera n. 491 - testo presentato - (DDL13-491)
(suddiviso in 7 Unità Documento)
Unità Documento n.2 (che inizia a pag.1 dello stampato)
...C491. TESTIPDL
...C491.
RELAZIONE
ZZDDL ZZDDLC ZZNONAV ZZDDLC491 ZZ13 ZZRL ZZPR
     Onorevoli Colleghi! - Da tempo e da più parti si levano
  istanze che chiedono la ristrutturazione del Registro
  aeronautico italiano (RAI), della Direzione generale
  dell'aviazione civile (Civilavia) e del Registro aereo
  nazionale (RAN), nonché dell'Azienda autonoma di assistenza al
  volo per il traffico aereo generale (AAAVTAG) recentemente
  trasformata con la continua reiterazione di decreti-legge in
  Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV).
     La rinuncia di due commissari straordinari dell'Azienda
  autonoma di assistenza al volo per il traffico aereo generale,
  gli scioperi bianchi dei controllori di volo, il caos
  conseguente che viviamo spesso nei nostri aeroporti, sono
  emblematici della situazione del disastro generato dal
  dissesto degli enti preposti alla gestione del trasporto aereo
  in Italia.
     Il precedente Ministro dei trasporti e della navigazione,
  che per tentare di dare una risposta ha proceduto dapprima al
  commissariamento dell'Azienda autonoma di assistenza al volo
  per il traffico aereo generale, stava studiando un nuovo
  assetto di Civilavia, ha progettato la creazione di un nuovo
  ente per la sicurezza del volo e, per risolvere il problema
  degli "uomini radar", è arrivato a minacciare una sorta di
  remilitarizzazione.  Il nuovo Governo sembra intenzionato a
  muoversi sulla stessa falsariga, ma i problemi certemente non
  mancano, come testimoniano le vertenze sindacali legate al
  riconoscimento degli inesistenti livelli di produttività del
  personale ENAV.  Questi palliativi non fanno altro che
  peggiorare la situazione, in quanto tesi a stratificare un
 
                               Pag. 2
 
  ulteriore deposito di burocrazia su strutture che la stessa
  burocrazia ha soffocato.
     Dobbiamo ricordare che questi enti devono rispondere alle
  esigenze di un codice della navigazione vecchio di sessanta
  anni e che alcuni di essi sono nati dalla demilitarizzazione
  di strutture della Aeronautica militare che ha mantenuto al
  suo interno gli stessi servizi (ITAV), demilitarizzazione che
  è avvenuta soprattutto per fini elettoralistici, sfruttando le
  spinte corporative di un cospicuo nucleo di militari che
  vedevano così la possibilità di interessanti aumenti di
  stipendio.
     Questi enti, proprio per la loro estrazione e per i veri
  motivi che hanno portato alla demilitarizzazione, sono
  cresciuti più come centri di potere che come centri di
  servizio; per questo fine hanno esasperato la burocrazia,
  facendo di questa lo strumento per manovrare la concessione
  del servizio dovuto solo laddove la contropartita era più
  allettante.
     Così invece di avere un servizio di assistenza al volo,
  abbiamo una struttura pubblica che, pur operando in assenza di
  qualsiasi concorrenza, chiude i bilanci in passivo, anche
  perché, per sua inefficienza, non riesce a farsi pagare dalle
  compagnie straniere le tasse di sorvolo del nostro
  territorio.
     Invece di avere una corretta gestione degli aeroporti
  abbiamo Civilavia, che eroga il servizio più inefficiente al
  mondo, tanto che le compagnie, quando possono, trasferiscono
  le loro basi operative all'estero.
     Per porvi rimedio il Ministro, con quattro anni di
  ritardo, in applicazione della legge sulla trasparenza, ha
  emanato un decreto in cui stabilisce le durate degli
  iter  procedurali di Civilavia.  Si scopre così che
  l' iter  amministrativo per l'apertura di un aeroporto
  civile non deve superare i settecentocinquanta giorni, che un
  concorso interno ci mette cinquecentodieci giorni per essere
  espletato, che per modificare una tariffa aeroportuale
  occorrono centoventi giorni, che il rilascio di un brevetto di
  pilota richiede non più di trecentosessantacinque giorni, che
  salgono a cinquecentoquaranta per il brevetto di pilota
  commerciale.
     Non sono queste le riforme che servono!  Ci si deve rendere
  conto che il sistema è marcio e che va rifatto
  completamente.
     Anche il Registro aeronautico italiano dà segnali
  preoccupanti di inefficienza.  Il campanello di allarme è lo
  scontento che serpeggia all'interno della struttura e che
  denuncia la penalizzazione delle professionalità tecniche a
  favore di quelle burocratico-amministrative.  E' questo il
  segnale più marcato che anche questa struttura sta
  burocratizzandosi per aumentare il suo potere a scapito del
  servizio erogato.
     Questo stato di cose ha fatto sì che queste strutture,
  invece di rendere i servizi loro demandati, si siano protese
  sul territorio come tanti polipi, con le loro sedi decentrate,
  creando sovrapposizioni di ruoli, ma anche imposizione di
  gabelle, ingigantendo gli organici, pur lasciando carenze
  congenite (l'Azienda autonoma di assistenza al volo per il
  traffico aereo generale, con 3.500 dipendenti, non ha
  controllori di volo sufficienti).
     Tutto ciò poi si rivela essere la concausa del pauroso
  tracollo della nostra aviazione civile e generale, che si può
  dire sparita dal nostro panorama economico.  Le aziende sono
  fallite, i velivoli sono stati venduti a società straniere,
  l'indotto delle società di servizi e delle aziende produttrici
  è sul lastrico!  Basta ricordare due nomi:  Piaggio e SIAI
  Marchetti, due aziende senza futuro se si continua a
  penalizzare l'aviazione generale.
     Anche in questo settore ci troviamo fuori dall'Europa; in
  Francia, Germania, Inghilterra si fa di tutto per aiutare
  l'aviazione generale di per sé poco remunerativa, fornendo
  strutture di servizio snelle, efficienti, deburocratizzate,
  poco costose, ma in grado di dare un vero servizio all'utente,
  noi invece facciamo di tutto per penalizzarla, anche con
  servizi inefficienti e costosi.
     Visto questo stato di cose, preso ad esempio quello che si
  pratica all'estero e avendo presente la regola principale di
  non proporre una nuova struttura se contemporaneamente non se
 
                               Pag. 3
 
  ne cancellano almeno due delle esistenti, egregi colleghi, vi
  sottoponiamo per la discussione la presente proposta di
  legge.
     Partendo dalla considerazione che non è più possibile
  correggere l'esistente, vi proponiamo l'azzeramento delle
  vecchie strutture del Registro aeronautico italiano, dell'ente
  preposto all'assistenza al volo, di Civilavia e del Registro
  aereo nazionale e la creazione, in loro vece, di una nuova
  azienda, l'Agenzia italiana per l'aviazione civile (AIAC), cui
  andranno a confluire tutto il personale, tutti gli
  investimenti e tutto il  know how  delle aziende
  disciolte.
     Ma facciamo attenzione, questo non deve essere
  interpretato come un semplice rimescolamento delle carte, ma
  come la nascita di una sana azienda di servizi per l'aviazione
  civile.
     La nuova Agenzia è a tutti gli effetti una società per
  azioni, con un capitale di 200 miliardi, sottoscritto per il
  51 per cento dal Ministero dei trasporti e della navigazione,
  mentre il restante 49 per cento è sottoscrivibile dalle
  regioni e da altri soggetti pubblici e privati.  E' governata
  da un proprio statuto, approvato dal Ministro dei trasporti e
  della navigazione di concerto con il Ministro del tesoro,
  statuto che prevederà l'obbligo di presentare bilanci in
  pareggio dopo gli ammortamenti e gli oneri fiscali e
  finanziari e di erogare servizi allineati con gli
  standard  dei Paesi Europei.
     Il consiglio di amministrazione è composto da sette
  membri, resta in carica tre anni, nomina il presidente,
  l'amministratore delegato e il comitato esecutivo, composto
  dal presidente, dall'amministratore delegato e da uno dei
  consiglieri.  Il consiglio decade ad ogni cambio di
  legislatura, non per un metodo di lottizzazione politica, ma
  per dare certezza che l'azienda attui le volontà e gli
  indirizzi del Ministero e del Governo in carica.
     L'Agenzia sarà articolata su tre direzioni generali:
       una direzione tecnica, depositaria di tutte le
  competenze tecniche e quindi responsabile delle certificazioni
  (di prodotti, di componenti, di produttori, di scuole, di
  piloti e tecnici, eccetera), della sorveglianza alla
  progettazione e produzione (di velivoli, componenti, impianti
  di telecomunicazione e di controllo del traffico aereo, di
  aeroporti, eccetera) e del servizio per la sicurezza del volo.
  Questa direzione assomma tutte le competenze tecniche
  specifiche oggi suddivise fra Registro aeronautico italiano e
  Civilavia e, poiché i produttori e gli operatori sono sparsi
  sul territorio, essa ha sede nel nord (Milano) e distaccamenti
  nelle aree di maggiore concentrazione di aziende aeronautiche
  al fine di dare un servizio più pronto;
       una direzione traffico aereo, depositaria di tutte le
  competenze sul traffico aereo e quindi responsabile della
  realizzazione, gestione e impiego della rete di impianti per
  il controllo del traffico aereo, per l'assistenza al volo, per
  le telecomunicazioni e per il servizio meteorologico, nonché
  della sorveglianza sulla gestione degli aeroporti.  Questa
  direzione assomma le competenze che oggi sono dell'ente
  preposto all'assistenza al volo per la sorveglianza del
  traffico e l'assistenza al volo, e di Civilavia per la
  sorveglianza della gestione degli aeroporti.  Le attività della
  direzione sono decentrate sugli aeroporti e nei centri di
  assistenza al volo sparsi sul territorio;
       una direzione concessioni e immatricolazioni, che svolge
  la funzione di consulenza per il Ministero dei trasporti e
  della navigazione ai fini della pianificazione strategica
  dello sviluppo del trasporto aereo, di consulenza per il
  rilascio delle concessioni (di esercizio di linee aeree, di
  aeroporti, di lavoro aereo, eccetera) e che ha la
  responsabilità della gestione del registro matricolare degli
  aeromobili italiani in esercizio.  Questa direzione assomma le
  competenze oggi spettanti a Civilavia ed al Registro aereo
  nazionale ed ha sede in Roma presso il Ministero dei trasporti
  e della navigazione.
     La presente proposta di legge disciplina in via generale
  la costituzione dell'Agenzia italiana per l'aviazione civile,
  perchè riteniamo che il legislatore abbia solo il compito di
  dare le linee guida del progetto.  Nessuno meglio degli
 
                               Pag. 4
 
  operatori del settore, profondi conoscitori della materia, che
  tutti i giorni sperimentano sulla propria pelle le difficoltà
  che l'attuale struttura burocratica procura loro, saprà
  disegnare, per ciascuna direzione, la struttura più
  appropriata per assolvere al compito assegnato.  Compito del
  vertice aziendale è quello di verificare che queste strutture
  non siano ridondanti, siano bene armonizzate fra loro, senza
  sovrapposizioni e con corretti sistemi di interscambio e di
  feed-back  delle informazioni.
     Questo modo di procedere è anche un'occasione di crescita
  delle professionalità interne, fino ad oggi represse dal
  sistema "burocratico-baronale" imperante che ha troppo spesso
  imposto, nei posti chiave, innesti dall'esterno
  dell'azienda.
     Il passaggio transitorio dalla vecchia alla nuova
  organizzazione crea dei problemi, sia per le garanzie che
  devono continuare a persistere anche durante il passaggio, sia
  per i rapporti internazionali di rappresentanza e di
  reciprocità che questi enti intrattengono.  Per questa ragione
  proponiamo che il passaggio avvenga in tempi strettissimi e
  che nell'interregno nessuno declini le proprie responsabilità,
  prima che sia stabilito nelle mani di chi queste
  responsabilità devono finire.
     Infine, va fatta una considerazione economica.  Il progetto
  che vi sottoponiamo non deve avere alcun onere per la pubblica
  amministrazione; anzi l'obiettivo da dare al consiglio di
  amministrazione è che, in un periodo di dodici-ventiquattro
  mesi dall'inizio dell'operatività della nuova struttura, si
  realizzino risparmi nelle spese correnti di gestione, di
  almeno il 30 per cento, tagliando strutture, locali e
  personale in eccesso.  La riduzione ad un solo consiglio di
  amministrazione al posto dei quattro attuali ed anche questo
  comunque costituito da pochi membri, è già un segnale della
  volontà del Parlamento su questa strada.
 
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