| Onorevoli Colleghi! - Negli ultimi anni, anche nel
nostro Paese, abbiamo assistito ad un incremento allarmante
delle leucemie e delle neoplasie ematologiche. Per i pazienti
affetti da leucemia mieloide cronica, da sindromi
mielodisplastiche, da mieloma multiplo, da leucemia linfatica
cronica e da difetti congeniti, come talassemia,
immunodeficienze severe combinate, anemia di Fanconi ed altre
forme pre-neoplastiche, si sono affermate oggi nuove tecniche
che hanno dato risultati davvero sorprendenti e ricchi di
prospettive per la loro vita. E' il caso del trapianto del
midollo osseo (TMO) che, grazie alla ricerca instancabile ed
appassionata di ematologi ed immunologi, è oggi divenuto un
mezzo terapeutico di sicura efficacia. Purtroppo, però,
l'efficacia del TMO oltre ché essere vincolata alla patologia
di base, alla precocità di intervento, alla fase evolutiva
della malattia, dell'eventuale protocollo chemioradioterapico,
all'età e condizione clinica del paziente, è fortemente
condizionata dal grado di compatibilità tra donatore e
ricevente. Con il termine di compatibilità si intende la
sussistenza di caratteristiche affini, tra due soggetti, per
un particolare sistema genetico chiamato HLA. L'elevato
polimorfismo antigenico evidenziato dal sistema, fa si che
identiche caratteristiche (fenotìpi) si riscontrino con rara
frequenza al di fuori dell'ambito familiare. Infatti,
considerati gli alleli HLA noti, esistono teoricamente molti
miliardi di combinazioni (fenotìpi) possibili. Poiché non
tutti gli antigeni hanno usuale frequenza ed esistono
associazioni preferenziali fra certi alleli, alcuni fenotìpi
si riscontrano più frequentemente di altri nella popolazione
in generale. Ciò premesso, e considerando che tra l'universo
dei malati ematologici, eleggibili al TMO, solamente il 30 per
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cento di essi trova il donatore all'interno della famiglia,
percentuale che diminuisce in popolazioni con basso o negativo
incremento demografico, la sola alternativa possibile per la
maggioranza dei pazienti (il 70 per cento) è rappresentata
dalla disponibilità di volontari compatibili non
consanguinei.
Per aumentare la probabilità di reperire un donatore
compatibile sono sorti in tutto il mondo i Registri nazionali
dei donatori di midollo osseo. Tali organizzazioni
costituiscono dei veri e propri archivi di dati che, collegati
tra loro, rendono accessibile ad un singolo paziente un
pool di donatori estremamente ampio. Le nazioni che
finora partecipano sono ventisei e sono rappresentate,
ciascuna, da un Registro nazionale. Fanno eccezione per
ragioni storico-politiche gli Stati Uniti, la Germania, la
repubblica Ceca, la Grecia e la Russia, che contano due
Registri nazionali.
Nel 1989 è stato avviato in Italia, per volontà e sotto
gli auspici della Società italiana di ematologia (SIE),
dell'Associazione italiana di ematologia e oncologia
pediatrica (AIEOP), del Gruppo italiano trapianti di midollo
osseo (GITMO), dell'Associazione di immunogenetica e di
biologia dei trapianti (AIBIT) e della Società italiana di
immunoematologia e della trasfusione del sangue (SIITS-AICT),
un programma denominato Donazione di midollo osseo, con
lo scopo di procurare ai pazienti ematologici in attesa di
trapianto, ma privi del donatore ideale (il fratello
identico), un volontario estraneo alla famiglia con
caratteristiche immunogenetiche tali da consentire il
trattamento terapeutico con elevate probabilità di
successo.
Il primo trapianto di midollo osseo tra soggetti non
consanguinei in Italia avvenne il 9 marzo 1989 presso il
centro TMO dell'ospedale San Martino di Genova. Per il buon
esito di tale operazione fu essenziale l'attività di
assistenza del Laboratorio di istocompatibilità dell'ospedale
Galliera della stessa città, che aveva avviato con i
pochissimi mezzi a disposizione e avvalendosi anche di
contributi privati, la realizzazione del Registro italiano
donatori di midollo osseo, noto nel mondo come Italian Bone
Marrow Donor Registry (IBMDR). Tale Registro è stato
istituito con deliberazione dell'Ente n. 617 del 28 agosto
1989, dopo il nulla osta della regione ligure rilasciato in
data 14 luglio 1989. Il Registro è così divenuto l'unico punto
di riferimento internazionale per gli analoghi Registri
esteri, e l'unico punto di coordinamento nazionale per le
strutture coinvolte nell'intero programma nazionale donazione
di midollo osseo.
Dalle premesse testè fatte e considerato che per il 70 per
cento dei malati ematologici l'unica possibilità di avvalersi
del TMO, potente mezzo terapeutico, consiste nel cercare un
donatore compatibile non imparentato, si deduce l'importanza
che riveste in Italia l'istituzione di un Registro nazionale
italiano dei donatori di midollo osseo.
Da qui nasce l'esigenza della presentazione della presente
proposta di legge, di cui si sollecita l'approvazione, in
quanto solo con il riconoscimento di un Registro di donatori
di midollo osseo si potrà determinare un razionale sistema di
informazione, diffusione e formazione professionale capace di
dare nuove speranze ai malati di leucemia e di contribuire
alla ricerca per altre gravi malattie tipiche della nostra
società, nonché proporre un diverso e più efficace modello di
intervento pubblico in campo sanitario. Questo senza ulteriori
oneri per la struttura pubblica e per i cittadini.
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