| DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE
ALL'UTILIZZAZIONE DI INTERCETTAZIONI
DI CONVERSAZIONI TELEFONICHE
nei confronti del deputato
BERLUSCONI
nell'ambito di due procedimenti penali
(n. 1519/95 e n. 3379/95 RGNR Proc. Trib. Brescia)
TRASMESSA DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI BRESCIA
il 15 maggio 1996
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All'onorevole Presidente
della Camera dei Deputati
Roma
Brescia, lì 15 maggio 1996.
Ai sensi del 2^ comma dell'articolo 5 del decreto-legge
n. 116 del 1996 (reiterato con il decreto-legge n. 254 del 10
maggio 1996) si richiede l'autorizzazione a poter utilizzare
le conversazioni registrate nel corso delle operazioni
d'intercettazione eseguite nell'ambito dei procedimenti n.
1519/95/21 e 3379/95/21 sulle utenze di cui alla
documentazione allegata, alle quali ha preso parte un membro
della Camera dei Deputati e precisamente l'onorevole Silvio
Berlusconi.
Ai sensi del comma 3^ del citato articolo si rappresenta
che la presente richiesta viene formulata:
1) nell'ambito del procedimento 1519/95 mod. 21 per il
quale, dopo l'accoglimento parziale della richiesta di rinvio
a giudizio, è stato fissato per il prossimo 23 settembre
l'inizio del dibattimento (si allega copia del decreto di
rinvio a giudizio);
2) nell'ambito del procedimento 3379/95 mod. 21 pendente
presso questo Ufficio nei confronti di Berlusconi Silvio,
Berlusconi Paolo, Improta Umberto e D'Adamo Antonio per i
reati di cui agli articoli 110, 294, 56, 629 comma 2 del
codice penale in danno di Di Pietro Antonio.
I fatti possono così essere brevemente riassunti:
Nel corso della complessa attività di indagine svolta
nell'ambito del procedimento penale n. 1519/95 mod. 21),
venivano intercettate talune telefonate tra l'ingegnere
Antonio D'Adamo e l'onorevole Silvio Berlusconi il cui tenore
appariva strettamente connesso, da una parte, con il desiderio
dell'onorevole Berlusconi di un intervento dell'amico che
scoraggiasse l'ingresso in politica di Antonio Di Pietro e,
dall'altra, con la necessità del D'Adamo a che il suo
interlocutore lo aiutasse nella difficile situazione
economico-finanziaria in cui si trovavano le sue aziende. Le
emergenze, a quel momento delle indagini preliminari, venivano
riassunte in una richiesta d'intercettazione telefonica
presentata dalla Digos di Brescia l'8 novembre 1995. Nella
suddetta informativa si precisava:
"...a decorrere dai primi giorni del mese di settembre
scorso, ed in particolare a far data dall'intervento del
dottor Antonio Di Pietro al congresso di Cernobbio, dai più
interpretato come una dichiarazione di intenti tale da far
preludere un suo ingresso in politica, si è registrato un
notevole fermento negli ambienti di Forza Italia, in
particolare da parte del suo leader onorevole Silvio
Berlusconi.
Quest'ultimo, evidentemente preoccupato della discesa in
campo dell'ex magistrato, ha avviato una serie di contatti con
l'ingegner Antonio D'Adamo finalizzati a far desistere il
dottor Di Pietro da tale iniziativa, ritenuta evidentemente
pregiudizievole per gli interessi politici di forza Italia.
Nel corso del servizio di intercettazione telefonica
disposto dalla signoria vostra nei confronti dell'ingegner
Antonio D'Adamo, sono emerse, anche di recente, alcune
conversazioni ritenute utilissime per la prosecuzione di tale
filone d'indagine, le cui trascrizioni sono state già
trasmesse a codesta A.G., e da cui si evince come lo stesso
D'Adamo, a fronte di un aiuto di natura finanziaria ottenuto
dallo stesso Berlusconi per risollevare la precaria condizione
economica in cui versano le sue imprese, si stia concretamente
adoperando per "fermare" l'azione del dottor Di Pietro.
Ulteriore testimonianza è data dai diversi incontri
tenutisi nella villa di Arcore tra D'Adamo e Berlusconi,
documentati con servizi di pedinamento, ed anche fotografici,
effettuati da questa Digos e già inviati alla signoria
vostra.
Dal generale contesto investigativo appare chiaro che il
predetto D'Adamo, per il perseguimento di detto scopo, si
avvale dell'ausilio del dottor Umberto Improta, già Prefetto
di Napoli, il quale, come chiaramente
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deducibile dal tenore delle telefonate dello stesso
con l'ingegner D'Adamo, appare la persona più accreditata per
effettuare "l'intervento risolutorio" nei confronti del dottor
Di Pietro.
Significative in tal senso sono le telefonate
intercettate sull'utenza cellulare 0337/274105, in uso
all'ingegner D'Adamo, il 18 ed il 19 settembre ultimo scorso
nonché il 2 novembre ultimo scorso, di seguito indicate nel
dettaglio.
Alle ore 21.30 del 18 settembre ultimo scorso D'Adamo
riceve una telefonata da parte di Massimo Improta, figlio di
Umberto, i due concordano un appuntamento per l'indomani.
Alle ore 7.55 del giorno successivo D'Adamo riceve sul
proprio cellulare altra telefonata da parte di Massimo Improta
che chiede di potersi incontrare al più presto. I due
concordano un incontro immediato in via Guido D'Arezzo 22
presso l'abitazione del Prefetto Improta, poiché più tardi lo
stesso D'Adamo ha un altro appuntamento in via dell'Anima,
verosimilmente con lo stesso Berlusconi.
Alle ore 8.55 dello stesso giorno il Prefetto Improta,
dal telefonino di D'Adamo, chiama il dottor Antonio Di Pietro
e, non trovandolo in casa, lascia il proprio recapito per
essere richiamato.
Alle ore 17.09 del decorso 2 novembre, pochi minuti dopo
l'incontro con Silvio Berlusconi ad Arcore, Antonio D'Adamo
riceve sul proprio telefonino una telefonata da parte di
Umberto Improta.
Dopo un breve saluto D'Adamo esordisce testualmente "ho
appena parlato con... (Berlusconi) che mi ha detto di
salutarti caramente, sei sempre nel suo cuore... sono stato
due ore con lui però la situazione è molto complessa, è molto
complessa per lui, per loro, per tutti quanti... tu hai poi
parlato con quello là? (Di Pietro)". Improta replica "con
quello là... non, non, non so... non sono riuscito... perché è
sempre bloccato il telefono, tu parli di Tonino?... mò ci
riprovo stasera".
Al termine della conversazione i due concordano di
incontrarsi a Roma la settimana successiva.
Alla luce di quanto premesso si prega la signoria vostra
di valutare l'opportunità di richiedere l'intercettazione
telefonica dell'utenza...".
Questo Pubblico ministero, ricevuta la richiesta di cui
sopra, dispose con provvedimento dell'8 novembre 1995 la
formazione di autonomo fascicolo processuale (n. 3379/95 mod.
21) successivamente richiedendo le intercettazioni delle
utenze telefoniche in uso agli indagati ed alla P.O.
(intercettazioni autorizzate dal G.I.P. di Brescia che ravvisò
i gravi indizi dei reati di cui agli articoli 56, 629, 294 del
codice penale).
L'ingegner Antonio D'Adamo, interrogato, il 18 dicembre
1995 si avvaleva della facoltà di non rispondere.
Dovendosi ora procedere all'interrogatorio dell'onorevole
Berlusconi appare di tutta evidenza la necessità di poter
utilizzare, per il compimento dell'atto, le registrazioni
delle conversazioni intrattenute dal deputato con il
D'Adamo.
Il pubblico ministero
Fabio Salamone, sost.
Silvio Bonfigli, sost.
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