| Onorevoli Deputati! -- Il sistema di relazioni sindacali
fondato sulla legge 20 maggio 1970, n. 300, definita Statuto
dei lavoratori, mostra con evidenza i segni di invecchiamento
causati dal lungo lasso di tempo trascorso.
La indubbia positività dell'impianto originario non è più
idonea a sostenere le nuove istanze dei lavoratori e le
diverse esigenze di adeguata rappresentanza degli stessi, e
dei propri interessi, limitandosi in sostanza alla
conservazione di una delegittimata rappresentatività di
determinate centrali sindacali, mantenuta sostanzialmente in
vita dal fin qui mancato esercizio del potere di revoca della
delega comunque spettante al lavoratore nella sua qualità di
associato ad una organizzazione sindacale.
Di conseguenza, nella confusione generata dalla continua
sovrapposizione del concetto di rappresentatività a quello di
rappresentanza, la diretta espressione dei lavoratori, la
"base", ha progressivamente perso ogni forma di contatto
concludente con la struttura organizzata della centrale
sindacale di appartenenza.
I capitoli più recenti della cronaca delle relazioni
sindacali non fanno altro che confermare il palese scollamento
tra lavoratore sindacalizzato e centrale confederale di
appartenenza e l'abissale distanza tra lavoratore non
sindacalizzato e metodi attuali di gestione di problemi che
solo in apparenza possono essere ricondotti alla sua sfera di
interessi.
Emerge quindi evidente l'urgenza di provvedere a restituire
al lavoratore la
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titolarità del diritto-dovere che gli compete: esprimere la
propria identità e la propria capacità di contribuire ad un
organico processo di rifondazione del sistema di relazioni
sindacali che, così come è strutturato, ha esaurito la sua
carica vitale ed è diventato strumento di conservazione di
privilegi costituiti in capo a pochi soggetti, già
inizialmente favoriti dalla fruizione di parassitarie rendite
di posizione politica.
Oggi necessita costruire nel più breve tempo possibile una
reale, concreta ed
organica "pace sociale": uno dei percorsi più brevi per
raggiungere tale traguardo non può prescindere dalla
restituzione ai lavoratori della pienezza della titolarità del
diritto di scegliersi, senza condizionamenti, i propri
rappresentanti.
Per questi motivi sottoponiamo ai lavoratori ed ai
cittadini la presente proposta di modificazione della legge 20
maggio 1970, n. 300, evidenziando come la stessa rafforzi il
diritto dei lavoratori alla tutela della segretezza delle loro
scelte, in armonia con il dettato costituzionale.
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