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Domande di autorizzazioni a procedere della XIII Legislatura

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29
DOC4T-0008
DOC IV ter n. 8 Legisl. XIII
25-10-95 [ DOC13-4TER-8 DO C134TER0008 13DOC4TER 00008 DOC13-4TER-8A 13DOC4TER 00008 A 000500022 DOC4TER 00008 000004T000800000101000536SI1 5 000101000242SI1 2 0000 00 00 ]
  RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
  AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
            NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
                  nei confronti del deputato
                          MICCICHE'
  per il reato di cui all'articolo 595, comma 3 del codice
                            penale
            (diffamazione col mezzo della stampa)
  EMANATA DAL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI PRESSO
                   IL TRIBUNALE DI PALERMO
                      il 14 ottobre 1995
           E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
                      il 25 ottobre 1995
  (mantenuta all'ordine del giorno dalla precedente
                         legislatura)
 
                              Pag.2
 
                     TRIBUNALE DI PALERMO
       Ufficio del Giudice per le indagini preliminari
            IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
      Dott. Florestano CRISTODARO;
        esaminati gli atti del procedimento penale n. 1510/95
  R.G. G.I.P., instaurato nei confronti di Micchichè Giovanni,
  detto Gianfranco, nato a Palermo il 1^ aprile 1954, a seguito
  di querela presentanta da Tusa Francesco con atto del 3
  febbraio 1995;
        vista la richiesta del Pubblico ministero in data 13
  marzo 1995;
        vista la propria ordinanza in data 31 marzo 1995;
        ritenuto che il 3 febbraio 1995 Tusa Francesco, nato a
  Monreale il 24 dicembre 1948 ha sporto querela nei confronti
  di Miccichè Gianfranco per tutti i reati ravvisabili nei
  fatti, che testualmente riferiva nei termini di seguito
  riportati:
      "Il sottoscritto, dopo una lunga militanza politica nel
  partito socialista democratico italiano, durante la quale era
  stato eletto consigliere comunale di Monreale, e aver
  ricoperto le cariche di assessore e vice sindaco, con
  l'avvento del nuovo sistema maggioritario, che di fatto
  sconvolgeva l'assetto politico italiano, sino a quel momento
  retto dai partiti tradizionali e dai rapporti e dalle intese
  tra questi, rivolgeva la propria attenzione alla nuova
  formazione politica denominata Forza Italia, fondata e
  promossa da Silvio Berlusconi, interessato al suo programma
  ispirato ai valori di libertà e democrazia.
      Infatti il 10 febbraio 1994, insieme ad alcuni amici,
  animati dalla volontà di partecipare attivamente alla nuova
  fase politica che si andava aprendo nel nostro Paese, il
  sottoscritto fondava il Club Forza Italia 'Monreale",
  assumendo, provvisoriamente la carica di presidente del
  club.
      Tale iniziativa venne immediatamente resa nota, con
  l'invio di formale documentazione - statuto di costituzione
  del club Forza Italia monrealese, sottoscritto dal 1^ gruppo
  di fondatori; autocertificazione antimafia fondatori -
  all'Anfi (Associazione Nazionale di Forza Italia) di
  Milano.
      Copia dello statuto era stata fornita direttamente dal
  responsabile regionale dei Club Forza Italia, Salvo La Porta,
  che manifestò la propria soddisfazione per la nascita del
  detto club in un centro
 
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  importante come Monreale, assicurando il suo massimo appoggio
  e collaborazione.
      Quindi, il club nasceva nella piena e totale ufficialità,
  nella assoluta trasparenza.
      Infatti, sin dal suo nascere il Club Forza Italia di
  Monreale si distingueva per l'altissimo numero di adesioni -
  tutte quante sottoposte ai controlli, autocertificazione
  antimafia compresa, come richiesto dalla sede centrale
  dell'Anfi - per le iniziative politiche, interne ed esterne,
  che intraprendeva a Monreale, divenendo ben presto un
  autentico esempio organizzativo anche per gli altri club che
  man mano si andavano formando nel territorio provinciale.
      Appare evidente che il contributo del sottoscritto in
  questa fase è stato notevole ed è stato molto apprezzato dagli
  organi dirigenti provinciali, regionali e nazionali
  dell'Anfi.
      Infatti, nonostante il sottoscritto si fosse
  ufficialmente dimesso dalla carica di presidente,
  nell'assemblea del Club Forza Italia Mon- reale del 3 marzo
  1994, rimaneva ugualmente il principale punto di riferimento
  politico, sia in campo locale che per gli organi dirigenti
  nazionali.
      Tant'è che il 12 maggio 1994 il segretario generale
  dell'Anfi, Angelo Codignoni, scriveva al sottoscritto,
  ringraziando per il notevole contributo dato al movimento
  politico Forza Italia, ed impartendogli le prime direttive
  politiche per le future prove elettorali.
      Il 30 maggio 1994 il sottoscritto riceveva una lettera
  dal Presidente del Movimento Politico Forza Italia, Silvio
  Berlusconi, che a sua volta lo ringraziava per l'impegno con
  cui si era prodigato e gli chiedeva per il futuro il prezioso
  apporto alla 'causa comune".
      Va subito detto che i cittadini che hanno aderito al Club
  Forza Italia Monreale, durante la conduzione del Club da parte
  del gruppo dirigente a cui faceva parte il sottoscritto, sono
  notoriamente persone oneste e stimate.
      Frutto di questo appassionato e disinteressato impegno
  politico sono i risultati elettorali delle politiche del 27
  marzo e, successivamente, delle europee e delle amministrative
  che hanno visto il Movimento Forza Italia a Monreale
  raggiungere risultati notevolissimi.
      L'impegno politico nell'ambito del club Forza Italia del
  sottoscritto rimase immutato ed il rapporto tra lo scrivente
  ed il coordinamento regionale del club Forza Italia si
  mantenne sereno, anche dopo le prove elettorali sopra citate,
  tant'è che nei primi giorni di luglio il sottoscritto veniva
  chiamato dalla segreteria regionale per ricevere il modulo
  distribuito dall'Anfi per il censimento dei club Forza
  Italia.
     Con enorme stupore il sottoscritto, apprendeva dal
  Giornale di Sicilia di Domenica 8 gennaio 1995, che il proprio
  nome era stato malignamento associato al nome di Miccichè
  Gianfranco, in una intervista firmata (U.  LUC.); in
  particolare Miccichè sosteneva che aveva respinto tentativi di
  infiltrazione mafiose nel club Forza Italia e, a prova di ciò,
  dichiarava: '  In una delle intercettazioni Mandalari parla
  con Franco Tusa"  (ex vice sindaco P.S.D.I. di Monreale
  n.d.r.).
      Questi dice di lasciarmi perdere, che sono un
  giovinetto".  Tusa è un personaggio che ho conosciuto, gli
  ho chiuso il club che aveva
 
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  aperto a Monreale.  Dopo quell'episodio ogni volta che lo
  incontrammo, Tusa ci faceva capire che avrebbe votato contro
  di noi".
      Alla domanda dell'intervistatore: '  Perché questo
  giudizio negativo su Tusa?",  il Miccichè rispondeva '  Le
  persone che ci presentava non ci piacevano.  Non c'era
  possibilità di indagare a fondo, ma abbiamo capito chi fosse
  dalle sue frequentazioni".
      Ancora, in una intervista di Sandra Rizzo pubblicata
  da 'Panorama" del 20 gennaio 1995, l'ineffabile e
  'trasparente" Miccichè rispondeva: '  Mi dispiace che uno
  come Mandalari abbia votato per il nostro partito pensando di
  poterne trarre dei benefici.  Tant'è che io stesso ho chiuso a
  Monreale il club del suo amico Franco Tusa".
      Va chiarito subito che il sottoscritto ha conosciuto il
  commerciante Mandalari Giuseppe, perché gli si è rivolto nei
  primi mesi del 1993 per una consulenza in materia societaria,
  essendo a quell'epoca il sottoscritto socio in una società a
  responsabilità limitata, denominata 'Laura s.r.l.".
      Pertanto, il rapporto che si è instaurato tra il
  sottoscritto e il Mandalari era di natura prettamente
  professionale e tale è rimasto anche in seguito, non
  condividendo altri interessi, sia pure leciti.
      Il sottoscritto, rincontrava Mandalari, impegnato
  anch'egli nell'esperienza politica del Polo della Libertà,
  percorrendo, sia il sottoscritto che il Mandalari, strade
  assolutamente autonome.
      Appare, in tutta la sua evidenza, l'uso strumentale degli
  argomenti utilizzati dal Miccichè per coinvolgere lo
  scrivente, inventandosi persino una presunta ed inesistente
  amicizia tra il sottoscritto ed il Mandalari, in fatti e
  situazioni ai quali è totalmente estraneo ed all'oscuro.
      Sulla presenza di Mandalari nell'ambito del movimento
  politico Forza Italia ne dovrebbe sapere certamente di più
  proprio il Miccichè nella sua qualità di esponente politico di
  primissimo piano in Sicilia.
      Peraltro, il sottoscritto non ha mai incontrato il
  Miccichè, - ogni rapporto organizzativo il sottoscritto
  l'aveva con il coordinatore regionale dei club, Salvo La Porta
  - che conosce solamente di vista e di nome, avendo assistito a
  due manifestazioni pubbliche in cui il Miccichè ha tenuto dei
  comizi.
      Il sottoscritto non ha mai manifestato allo stesso, in
  alcun modo, la volontà di votare contro Forza Italia, come
  peraltro è provato il contrario dall'impegno profuso dal
  sottoscritto nella militanza politica di cui sopra.
      Il sottoscritto non ha mai presentanto alcuno al
  Miccichè.
      Resta il fatto che, con l'intervista rilasciata, il
  Miccichè ha velenosamente tentato di colpire con ferocia
  l'immagine rispettabile, ledendo l'onore e la dignità dello
  stesso e della propria famiglia, causandogli gravi danni,
  morali e materiali".
      Allegati all'atto querelatorio:
        fotocopia della pagina 48 del Giornale di Sicilia
  dell'8 gennaio 1995;
        fotocopia della pagina 33 del settimanale Panorama del
  20 gennaio 1995;
 
                              Pag.5
 
        lettera a firma Silvio Berlusconi del 30 maggio
  1994;
        lettera a firma Angelo Codignoni del 12 maggio 1994;
        lettera a firma Salvo La Porta dell'8 aprile 1994;
        copia dello statuto del Club F.I. di Monreale;
        elenco nominativo degli aderenti al predetto club;
        verbali di sedute 3 marzo 1994 e 17 marzo 1994 Club
  F.I. di Monreale.
      Considerato che nel contenuto degli articoli di stampa
  sopra riportati, riproducenti dichiarazioni e giudici
  attribuiti al Miccichè, è senz'altro ravvisabile, allo stato,
  il reato di cui agli articoli 595 comma 3 e 596-  bis
  c.p., non potendo sfuggire come quelle affermazioni, per il
  loro tenore complessivo e per l'accostamento del Tusa al
  Mandalari, soggetto noto alle cronache giudiziarie per diverse
  indagini su "mafia e massoneria", assumano un significato
  senz'altro disonorevole per il querelante;
      rilevato che Miccichè Giovanni, detto Gianfranco, riveste
  la qualità di membro del Parlamento e non risulta evidente
  l'applicabilità dell'articolo 68 primo comma della
  Costituzione;
      ritenuto che occorre procedere alla sospensione del
  procedimento ed alla trasmissione degli atti alla Camera dei
  Deputati perché questa deliberi se il fatto per cui si procede
  concerna o meno opinioni espresse nell'esercizio del mandato
  parlamentare;
                            P.T.M.
  dispone
  la sospensione del procedimento sino alla deliberazione della
  Camera competente e, comunque, per un tempo non superiore a
  novanta giorni, nonché la trasmissione degli atti alla Camera
  dei Deputati.
          Manda alla cancelleria per gli adempimenti di
  competenza.
      Palermo, 14 ottobre 1995.
            Il giudice per le indagini preliminari
                    Florestano Cristodaro
 
                    RELAZIONE DELLA GIUNTA
        PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE IN GIUDIZIO
                (Relatore:  CARMELO CARRARA)
                            sulla
  RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
  AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
            NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
                  nei confronti del deputato
                          MICCICHE'
  per il reato di cui all'articolo 595, terzo comma, del
                        codice penale
            (diffamazione col mezzo della stampa)
      TRASMESSA DAL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
                PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO
           E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
                      il 25 ottobre 1995
        Presentata alla Presidenza il 28 novembre 1996
 
                              Pag.2
 
     Onorevoli Colleghi! - La vicenda posta all'esame
  dell'Assemblea riguarda un procedimento penale iniziato nei
  confronti del deputato Miccichè per il reato di diffamazione
  col mezzo  della stampa.  I fatti all'origine della richiesta
  di deliberazione in materia di insindacabilità, sebbene
  illustrati con dovizia di particolari nell'ordinanza emessa
  dal giudice procedente (che riproduce peraltro in larga parte
  la querela della persona offesa dalla diffamazione), possono
  riassumersi in termini abbastanza semplici.  Il querelante
  Franco Tusa, ex assessore al comune di Monreale, eletto nelle
  file del PSDI e successivamente fondatore di un club Forza
  Italia, sarebbe stato diffamato dall'onorevole Miccichè, che,
  in due interviste rilasciate ad organi di stampa, avrebbe
  accennato a frequentazioni del Tusa con il signor Mandalari il
  cui nome, nell'ambito di procedimenti giudiziari in corso,
  risulterebbe messo in relazione con l'organizzazione mafiosa
  operante in provincia di Palermo.  Ciò premesso, occorre
  rilevare - sebbene evidentemente tale rilievo non attenga in
  senso stretto alle competenze della Camera - che, nello stesso
  atto querelatorio, Franco Tusa ammette le frequentazioni con
  Mandalari (sia pure asserendo che esse avrebbero rivestito
  soltanto carattere professionale e non di amicizia).  Al di là
  di questo, tuttavia - e tale è stata la valutazione della
  Giunta per le autorizzazioni a procedere -, non si può non
  rilevare come le frasi diffamatorie attribuite al Miccichè si
  caratterizzano esclusivamente come uno scambio di opinioni di
  evidente natura politica e come tali, secondo la costante
  giurisprudenza della Giunta, sono pertanto da ricondursi
  nell'ambito della prerogativa della insindacabilità.  Peraltro,
  il deputato Miccichè ha reso le dichiarazioni nel contesto di
  un fatto politico, in quanto le sue esternazioni prendevano
  spunto sul denunziato intreccio tra mafia e massoneria, quale
  emergeva dal contenuto di alcune intercettazioni telefoniche
  sulle quali si è diffusamente soffermata anche la Commissione
  parlamentare antimafia.  Questa è stata, come si è detto, la
  valutazione della Giunta per le autorizzazioni a procedere,
  che nella seduta del 27 novembre 1996, dopo aver ascoltato
  anche il deputato interessato, ha pertanto formulato
  all'Assemblea la proposta di dichiarare che i fatti per i
  quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse
  da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue
  funzioni.
                                  Carmelo CARRARA,  Relatore.
 
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