| RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
nei confronti del deputato
MATACENA
per il reato di cui all'articolo 595, primo, secondo e
terzo comma, del codice penale, 13 della legge 8 febbraio
1948, n. 47 e 30, quarto comma, della legge 6 agosto 1990, n.
223 (diffamazione col mezzo della stampa, aggravata)
TRASMESSA DAL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
il 24 giugno 1996
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TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
IL G.U.P.
a scioglimento della riserva relativa all'eccezione di
applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della
Costituzione sollevata dalla difesa dell'imputato Matacena
Amedeo;
ritenuta la manifesta infondatezza dell'eccezione, così
come proposta, non potendosi ragionevolmente sostenere che la
frase pronunciata dall'imputato " c'è a Reggio Calabria una
guerra tra bande.... il sostituto Macrì continua a dire che
attraverso l'amicizia di Violante vuole tornare a tutti i
costi applicato a Reggio Calabria perché deve vendicarsi di
una serie di personalità di questa città " possa in qualche
modo essere fatta rientrare nelle opinioni espresse e nei voti
dati nell'esercizio delle funzioni di parlamentare
dell'imputato stesso, e ciò anche a voler ritenere, come
sostenuto dalla difesa, la sussistenza di "remote relazioni"
con il dibattito parlamentare in ordine all'articolo
41- bis dell'ordinamento penitenziario;
l'eccezione va pertanto rigettata e gli atti debbono
conseguentemente essere trasmessi in copia alla Camera dei
deputati, alla quale appartiene Matacena Amedeo, ai sensi
dell'articolo 2, quarto comma, del decreto-legge 12 marzo
1996, n. 116, per le deliberazioni di competenza;
va inoltre disposta la sospensione del processo ai
sensi dell'articolo 2, comma 5, del citato decreto-legge;
infine, rilevata, dalla natura dei fatti per cui è
processo, la necessità della trattazione congiunta dello
stesso anche nei confronti del coimputato Lombardo Rosario,
non va disposta la separazione della posizione di
quest'ultimo, anche per il fatto che l'ipotesi della
separazione, prevista dall'articolo 2, comma 2, del
decreto-legge citato in caso di eccezione in ordine
all'applicabilità dell'articolo 68 della Costituzione riguarda
una pluralità di procedimenti eventualmente riuniti, mentre
nella fattispecie trattasi di unico fascicolo processuale;
PER QUESTI MOTIVI
1. rigetta l'eccezione proposta dalla difesa di Matacena
Amedeo;
2. dispone la trasmissione degli atti in copia alla
Camera dei deputati - Roma;
3. dispone la sospensione del processo.
Reggio Calabria, 11 giugno 1996.
Il G.U.P.
Fabio Biasi
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| RELAZIONE DELLA GIUNTA
PER LE AUTORIZZAZIONI A PROCEDERE IN GIUDIZIO
(Relatore: CARMELO CARRARA)
sulla
RICHIESTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITA',
AI SENSI DELL'ARTICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLA COSTITUZIONE,
NELL'AMBITO DI UN PROCEDIMENTO PENALE
nei confronti del deputato
MATACENA
per il reato di cui all'articolo 595, primo, secondo e
terzo comma, del codice penale, 13 della legge 8 febbraio
1948, n. 47 e 30, quarto comma, della legge 6 agosto 1990, n.
223 (diffamazione col mezzo della stampa, aggravata)
TRASMESSA DAL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
E PERVENUTA ALLA PRESIDENZA DELLA CAMERA
il 24 giugno 1996
Presentata alla Presidenza il 30 ottobre 1996
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Onorevoli Colleghi! - La vicenda riguarda la richiesta
di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi
dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione nell'ambito
di un procedimento penale per il reato di cui all'articolo
595, primo, secondo e terzo comma, del codice penale nei
confronti del deputato Matacena Amedeo ed in danno del
magistrato Vincenzo Macrì. I fatti contestati si riferiscono
al contenuto delle dichiarazioni rese all'emittente privata
Telereggio e trasmesse in data 14 febbraio 1995.
L'assunto accusatorio nei confronti del Matacena è costituito
dalla frase pronunciata dall'imputato: " c'è a Reggio
Calabria una guerra tra bande ... il sostituto Macrì continua
a dire che attraverso l'amicizia di Violante vuole tornare a
tutti i costi applicato a Reggio Calabria perché deve
vendicarsi di una serie di personalità di questa città".
Secondo l'assunto del Matacena, la frase censurata può
essere fatta rientrare nelle opinioni espresse e nei voti dati
nell'esercizio delle funzioni di parlamentare dell'imputato
stesso in quanto consisterebbe in attività divulgativa di
fatti già segnalati in sede di sindacato ispettivo nel
contesto di precedenti interrogazioni parlamentari e nel corso
del dibattito parlamentare in ordine alla proroga
dell'articolo 41- bis dell'ordinamento penitenziario.
Invero l'onorevole Matacena aveva avuto modo di contestare,
nell'esercizio della funzione parlamentare, il cattivo uso del
potere giudiziario da parte del sostituto della Direzione
nazionale antimafia Vincenzo Macrì, evidenziando tutta una
serie di gravi fatti suscettibili di valutazione penale e
disciplinare emersi a carico dello stesso Macrì nel corso di
accertamenti ispettivi, disposti dal Ministro di grazia e
giustizia e sfociati nell'avvio di un procedimento
disciplinare a carico del magistrato Macrì. Va osservato, in
particolare, che l'inciso relativo all'attività per bande di
magistrati di Reggio Calabria, è compreso già nel testo
dell'interrogazione parlamentare dell'11 ottobre 1994 e del
resto il riferimento al contenuto di siffatte dichiarazioni
corrisponde all'analisi effettuata sulle vicende oggetto
dell'ispezione condotta dal dottor Nardi.
Analogamente, del resto, si era espresso il Governo, come
si evince dal contenuto della risposta scritta fornita dal
Ministro di grazia e giustizia all'interrogazione n. 4-04104,
presentata, tra gli altri dallo stesso Matacena (cfr. Allegato
B ai resoconti della seduta dell'8 maggio 1995, p. LXIII).
Peraltro, nella citata interrogazione si fa riferimento alla
condizione di sofferenza istituzionale in cui versano gli
uffici giudiziari di Reggio Calabria, ed è affermato che
"sulla base di quanto esposto è da ritenere che la
magistratura reggina agisce in un clima di guerra per bande,
per fini politici e non di giustizia ... che il killeraggio
fra i giudici del tribunale di Reggio Calabria è evidenziato
dal verbale del Consiglio superiore della magistratura che
denunciò chiaramente la spregiudicate volontà di questi
magistrati, particolarmente del sostituto Macrì, di annientare
tutti gli avversari sia magistrati che politici".
In buona sostanza, non si può disconoscere il fatto che le
espressioni usate dal Matacena sono attività divulgative, pur
se svolte fuori dal Parlamento, di interrogazioni ed
interventi posti in essere a causa e nell'esercizio della
funzione parlamentare. Per le superiori considerazioni si
propone all'Assemblea l'insindacabilità ex articolo 68,
primo comma, della Costituzione in quanto le dichiarazioni
contestate ed espresse dal deputato Matacena sono strettamente
connesse all'esercizio delle funzioni di parlamentare
dell'imputato stesso.
Carmelo CARRARA, Relatore.
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